Beni ai soci, pressing per il rinvio

Il dossier nelle mani del Governo: resta sul tavolo l’ipotesi di slittamento al 30 novembre
Serve più tempo per le assegnazioni agevolate ai soci e per le trasformazioni d’impresa. E così le categorie sono in pressing su agenzia delle Entrate, Mef e presidenza del Consiglio per ottenere quella che ormai sembra una decisione inevitabile per evitare che la norma fallisca il suo obiettivo: cioè una proroga del termine del 30 settembre che metta soci e imprese in condizione di ponderare al meglio le proprie scelte.
Le date 
L’ipotesi che si fa strada, e che pare abbia il sostanziale assenso dell’esecutivo e del ministero dell’Economia, potrebbe essere quella di un rinvio al 30 novembre che dovrebbe avere una “validazione” legislativa anche perché potrebbe contenere non solo la proroga ma anche qualche chiarimento sul lato applicativo delle norme che potrebbe meglio definirne la portata, ad esempio, in materia di rivalutazioni delle plusvalenze. Resta il fatto che il termine del 30 novembre, ipotizzato anche nelle scorse settimane, non ha trovato finora un veicolo in grado di portarlo al traguardo. Il nuovo termine era stato inserito tanto nel decreto semplificazioni quanto nel decreto crescita: provvedimenti che restano in agenda e che potrebbero anche anticipare di qualche settimana la nuova legge di Stabilità con un via libera in un consiglio dei ministri a metà settembre.
L’obiettivo della norma “agevolativa” prevista dalla legge di Stabilità 2016 (legge 208/2015) è consentire la fuoriuscita dei beni immobili non strumentali dalle società e la trasformazione di società commerciali in società semplici. Con la finalità anche di fare “pulizia” all’interno del mondo societario, lasciando in vita le società realmente tali e operative.
Negli studi professionali - proprio in queste ultime settimane, una volta terminati gli adempimenti per le dichiarazioni - si riscontra molto interesse sulla normativa ed è forte la richiesta di informazioni da parte di imprese e persone fisiche. La casistica che si presenta è molto varia e riguarda sia i recessi di soci a cui di frequente si abbina anche la trasformazione in società semplice.
Le categorie 
«Abbiamo avuto proficue interlocuzioni con Mef e presidenza del Consiglio - spiega Luigi Mandolesi, delegato alla fiscalità del Consiglio nazionale dei dottori commercialisti e degli esperti contabili - e abbiamo trovato sensibilità alla nostra richiesta di proroga dei termini fino al 30 novembre». Ora la “palla” è in mano alla politica ma la decisione dovrà avvenire ai primi di settembre. E poi non si tratta solo di avere più tempo a disposizione, ma anche di registrare alcuni meccanismi operativi. «Sono diversi i dubbi presenti al momento e per i quali - spiega Stefano Sassara del Consiglio nazionale dei consulenti del lavoro - necessitano chiarimenti ulteriori. Peraltro la netta sensazione è che questa fase di incertezza non stia agevolando l’adesione e anche per questo un rinvio accoppiato a qualche integrazione chiarificatrice sarebbe assolutamente motivato e incentivante. Vi sono situazioni limite, come quella dell’assegnazione ai soci delle autovetture di proprietà della società o degli immobili nel caso di recesso, particolarmente nel caso di società di persone».
Altro tema molto caldo è quello della disparità di trattamento tra chi ha rivalutato o meno i cespiti. «La questione - spiega ancora Mandolesi - è rilevante perché chi non ha rivalutato ha una plusvalenza a carico della società e scontano l’imposta sostitutiva sia la società che il socio; mentre chi ha rivalutato non fa plusvalenza in capo alla società e non è chiaro se l’affrancamento possa valere anche per il socio e che valore avrà il bene assegnato».
Una proroga al 30 novembre potrebbe addirittura non bastare per chi ha in animo di affrontare una riduzione del capitale sociale stante il fatto che servono 90 giorni affinché la delibera abbia effetto: elemento che obbligherebbe i professionisti a presentare la delibera entro la fine di agosto.
In ogni caso anche dal mondo delle Pmi arrivano segnali di forte interesse per una proroga. «Dopo sette anni di crisi - spiega Andrea Trevisani, direttore delle politiche fiscali di Confartigianato - c’è molta richiesta di trasformazioni e uscite e due mesi in più sono importanti. Resta da capire in quale veicolo normativo inserire le nuove regole».
Fonte: Il sole 24 ore 

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